Una formazione adulta tra terra e cielo

di Oreste Brondo

28 aprile 2025

E’ il secondo giorno dello stage e sta per sorgere il Sole. Ci troviamo nel grande prato scosceso verso est e attendiamo che da dietro le colline che accompagnano il disegno dell’antica città di Amelia arrivi qualcosa. Per ora vediamo solo i colori cangianti delle nuvole, ma quando il primo raggio spunta dall’orizzonte piantiamo una canna nella direzione del sole e in cima leghiamo uno spago che la collega al nostro punto di vista, in modo da indicare l’esatta posizione che il nostro astro ha nel cielo in quel momento. Il punto di vista è costituito da un semplice anello avvitato sulla cima di un manico di scopa piantato a terra. Questa registrazione la ripeteremo ogni ora,
fino al tramonto.
Per entrare nel mondo dell’Astronomia partiamo dall’osservazione diretta dei fenomeni celesti e, nel momento in cui indaghiamo in profondità sulle cose osservate, scopriamo che i temi che emergono possono rendere il cielo un luogo di incontro, ricco e dinamico, dove si intrecciano diversi aspetti della conoscenza e del sapere indagati e scoperti da diverse culture lontane nel
tempo.

Sono profondamente legate alle osservazioni dei moti del cielo le origini della geometria e una parte importante della fisica e della scienza. Anche molteplici narrazioni, orali e scritte, così come molti canti e danze, hanno avuto origine dalla proiezione di credenze e miti di popoli che hanno contemplato e osservato il cielo. Solitamente i nostri corsi durano tre giorni e due notti e, partendo dall’osservazione dei moti degli astri, non solo esploriamo i molteplici collegamenti transdisciplinari e multiculturali offerti dal cielo, ma abbiamo l’opportunità di sperimentare un metodo che parte sempre dal dialogo e dall’ascolto reciproco, che ci permette di affrontare questioni importanti inerenti la didattica e il nostro fare scuola. I partecipanti alla formazione vengono accompagnati in una situazione concreta di esperienza che stimola una ricerca diretta rispetto a ciò che proponiamo.

Ma il nostro sussidio didattico – il cielo – comprende anche la Terra sulla quale camminiamo, e quindi anche noi, che ci viviamo e che insieme ad essa ci muoviamo, con i nostri punti di vista, le nostre idee, le nostre impressioni ed emozioni, il nostro metterci in gioco. Tutti aspetti, questi, che nel contesto che abbiamo predisposto, cerchiamo sempre di tenere presente, sottolineare, valorizzare. Ci sono poi questioni che stimolano la ricerca a partire da domande che cerchiamo siano il più possibile generative.
Come si muove il Sole oggi? Verso dove va? Quali sono i modi possibili per misurare e registrare i suoi spostamenti?
Mettendo a disposizione materiali facilmente recuperabili (fili, chiodi, bastoni, canne e lenzuola o cartoni per raccogliere ombre), tutte e tutti sono invitati, lavorando in piccoli gruppi, a inventare, progettare e costruire semplici strumenti per registrare posizioni e spostamenti degli astri. E a partire da queste costruzioni, sempre diverse, nascono primi confronti, dialoghi, e con essi la possibilità di avvicinare altri sguardi e ragionamenti diversi dai nostri.

Rallentando e ascoltandoci attentamente scopriamo sempre nuove possibilità. Così il giorno dopo, quando seguiremo l’intero percorso del Sole dall’alba al tramonto, avremo la memoria dei nostri diversi punti di vista e potremo cercare di scoprire le ragioni per le quali, fin dall’origine, nacquero interpretazioni sui movimenti cosmici che a volte mettevano la Terra al centro e a volte invece il Sole, scoprendo quanto siamo ancora tolemaici nella percezione e nel linguaggio, pur accogliendo le scoperte di Copernico e Galileo, che hanno scalzato la Terra dalla sua posizione centrale e dominante. Nella nostra osservazione prolungata abbiamo inoltre modo di ragionare sugli angoli, mettendo in relazione le misure dello spazio con quelle del tempo, assumendo il nostro punto di vista come centro e riferimento funzionale alle nostre osservazioni.

Le storie e i canti del cielo.

Lo zodiaco, che segna la suddivisione dell’anno nei 12 mesi, ci racconta non solo della matematizzazione, ma anche di un repertorio di mitologie che hanno avuto origine in luoghi e tempi diversi. Indagando sulle cose del cielo di giorno e di notte ci confrontiamo dunque con narrazioni provenienti da diverse parti del mondo, che si intrecciano nel cielo sopra di noi, mettendoci in relazione con altri popoli, con altre epoche e con altre interpretazioni possibili su come si muovono i corpi celesti nello spazio e sulle identità che venivano attribuite ai diversi astri.
Le storie ci portano anche a incontrare alcuni canti legati al cielo, e a sperimentare danze la cui struttura geometrica è spesso mutuata
dall’osservazione dei moti celesti.
Osserviamo e costruiamo strumenti per registrare i movimenti degli astri, ricerchiamo, viaggiando lontano nel tempo, visioni diverse da quelle da noi condivise insieme, immaginando e discutendo sui modi possibili di proporre, in un contesto educativo, azioni fondate sull’osservazione diretta, non solo in relazione al tema dell’astronomia. Quando si dà spazio ai punti di vista, alle sensazioni e alle idee di ognuna e ognuno, esplorando e scoprendo la profonda interconnessione esistente tra diversi campi della conoscenza e della ricerca, abbiamo la possibilità di sperimentare, come dovremmo fare anche a scuola, la possibilità di essere ognuno di noi parte attiva e creativa di un processo condiviso di crescita e di evoluzione della cultura e del pensiero critico.

Questo articolo è incluso nella rivista Tuttoscuola ed è il terzo di quattro pubblicazioni settimanali che usciranno su questo blog ogni lunedì 

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